Il rituale dei Baccanali

 

 

L'iconografia ambienta generalmente i Baccanali in aperta campagna, in uno scenario di alberi e rocce al di fuori dei templi, che tuttavia possono essere talvolta visibili sullo sfondo. Tale quadro rustico meglio si adeguerebbe ai θουκόλοι, «bovari» o «pastori», dei quali le baccanti impugnano il bastone ritorto (pedum ο λαγωθόλον): in altri casi, in rappresentazioni su sarcofagi, esse hanno il petto stretto da una doppia cintura di campanelli e brandiscono un bastone, un tirso o un serpente. Tuttavia a questi Baccanali, sia che si tratti di scene orgiastiche o iniziatiche propriamente dette, di carattere apparentemente realistico, prendono quasi sempre parte personaggi divini o mitici: satiri, sileno e Pan, Dioniso e Arianna, nutrici e ninfe di Nisa. Anche laddove, come nella megalografia della Villa Item (Villa dei Misteri) a Pompei, compaiono donne romane, verosimilmente contemporanee al dipinto, intervengono i demoni dionisiaci e gli dei che sembrano presiedere alla cerimonia. È spesso Bacco-Dioniso infante a esemplificare la consacrazione del neofita, nella quale va riconosciuta la personificazione di Nisa (la Nysis Oros di uno stucco dell'Isola Sacra), oppure di una nutrice, che può essere identificata con la Mystis di Nonno di Panopoli. Su un sarcofago da Via Salaria, l'immagine di una menade che impugna un coltello e un capretto fa pensare all'omofagia, presente più nell'immaginario poetico e religioso che non nella realtà del culto. Questa ambientazione di sapore leggendario invita a mettere in discussione il valore informativo delle immagini che si riferiscono al rituale iniziatico. Lo stesso ordine di problemi rende ipotetici anche numerosi dati fornitici dalla tradizione letteraria.

 

All'inizio dei due cicli citati, il candidato è velato. L'iniziazione è preceduta da sacrifici (di galli o di maiali), mentre le baccanti accendono le torce all'altare. Nel fregio della Villa Item figura un infante (Dioniso? oppure simulante Dioniso?) il quale è intento alla lettura del testo di un volumen, sotto la guida di una sacerdotessa. Il motivo della lettura sacra si ritrova in una pittura pompeiana. Un sarcofago andato perduto, alcune coppe «corinzie», un quadretto della Farnesina rappresentano il tema della preparazione del lìknon («vaglio») contenente un fallo di pasta e frutti velati. Il fregio della Villa Item offre una più dettagliata rappresentazione della consacrazione preliminare delle offerte raccolte in diversi recipienti. In uno stucco della Farnesina, l'istruzione della inizianda è assicurata dal commentario di un trittico. Una serie di rilievi pittorici sembra evocare l'addestramento di due satiri all'interno di una grotta, prima di ulteriori prove. Assolutamente degno di rilievo è il senso di spavento che ispirano la maschera silenica e il serpente oscillante al di fuori di una cista. La donna terrorizzata della Villa Item, non lontana da una maschera di sileno tenuta al di sopra di un vaso, incarna questo aspetto del rituale. Il candidato è munito del tirso e della nebride, gli attributi di Dioniso, così come ci mostrano numerosi sarcofagi (cfr. anche gli stucchi della Farnesina e dell'Isola Sacra). È alla nebride che va probabilmente riferita la κατάζωσις di un'iscrizione di Torre Nova piuttosto che a un pallium quadratum (F. Matz) o a una cintura (P. Boyancé). Ma il principale e più tipico rito dei Baccanali è incentrato sul lìknon che è fatto passare sulla testa china e velata del miste o che quest'ultimo tiene sul capo. Sul cimiero di un casco pompeiano e su lastre Campana compare una figura femminile che tiene abbassata la testa di un baccante drappeggiato, al fianco di un sileno che regge il vassoio privato dei veli. Altrove lo stesso sileno sembra versare il contenuto della cesta su due donne trasportate da un carro a forma di lìknon. La revelatio del vassoio è fatta sia a un bambino velato (Farnesina), sia a una candidata seminuda che volge le spalle allo spettatore ed è inginocchiata dinanzi a un altare (Farnesina) oppure con la testa trattenuta dal braccio di una sacerdotessa (Villa Item). La rivelazione del fallo nel lìknon provoca la repulsione o la fuga di una donna alata (lastre Campana, cammei) con sembianze di un'Erinni (Villa Item). Nel mosaico di Ğemila, il personaggio non è alato e non vi sono flagellazioni. Il demone dalle grandi ali nere della Villa Item incarna il mondo infernale, la cui evocazione metteva alla prova i neofiti. Suonatrici di cembali o di tamburelli contribuiscono a portare il miste nella condizione di entusiasmo essenziale alla contemplazione dei sacra. Egli allora entra nel tìaso per partecipare all'estasi della danza e dell'ebbrezza. Il profilo delle baccanti rappresentate su sarcofagi illustra la iactatio fanatica corporis di cui ci parla Titio Livio. La menade che carezza un animale selvatico personifica questo momento felice del paradiso bacchico in cui la condizione selvaggia è addomesticata grazie al vino e il mondo animale è riconciliato con quello umano. Al centro del tìaso in festa, il dio a cavallo di un felino simboleggia questa ήμέρωσις sovrana. A volte Ercole può comparire al fianco di Dioniso, che insieme ad Arianna (piuttosto che a Semele) è rappresentato al di sopra del fogliame delle viti (le vendemmie costituivano occasione per la celebrazione di Bacco). Crateri e scene di simposio sono spesso correlati ai Baccanali, che di frequente avevano luogo alla presenza di un idolo priapico e spesso assumevano il carattere di un corteo trionfale. Sui sarcofagi, il sacrificio a Dioniso-Sabazio è spesso associato a tale pompè, la quale rivestiva dunque una funzione cultuale nell'ambito dei misteri bacchici.

 

R. Turcan, Enciclopedia dell'Arte Antica (1994)