Iobacchi

 

Iobacchi (gr. ᾿Ιόβακχοι) Componenti l’antica confraternita ateniese addetta al culto di Dioniso ᾿Ιόβακχος, che si celebrava in Attica nelle feste ᾿Ιοβάκχεια con banchetti. Agli scopi religiosi si mescolarono poi fini sociali. Esisteva ancora in età imperiale romana; per quest’epoca ci sono noti il locale di culto (una sala rettangolare a tre navate), riportato alla luce ad Atene, tra l’Areopago e la Pnice e il regolamento dell’associazione, contenuto in un’iscrizione, forse della seconda metà del 2° secolo.

A capo dell'associazione stava un ἱερεύς, che aveva il diritto di nominare il suo successore e l'ἀρχίβακχος. Le altre cariche dell'associazione erano: l'ἀρχίβακχος (chiamato talora anche ἀρχιμύστης), cui spettava il compito di portare l'offerta nelle grandi Dionisie e di fornire vino agli Iobacchi; un βουκόλος; un ταμίας o tesoriere dell'associazione, eletto a voto segreto ogni due anni: poi un εὔκοσμος, che fungeva da cantiniere; un γραμματεύς, un προστάτης, un πρόεδρος. Gli Iobacchi si radunavano regolarmente a banchetto sociale il 9 di ogni mese, nell'anniversario della fondazione e nelle feste ordinarie e straordinarie di Bacco; vi erano inoltre parecchie altre occasioni di feste. L'associazione aveva carattere di assoluta indipendenza: alta era la tassa di entrata, 50 dramme, riducibile a metà per i figli degli Iobacchi; ogni socio doveva inoltre pagare un contributo mensile per il vino; i morosi venivano espulsi. Un altro notevole provento della società era costituito dalle multe, che venivano inflitte ai soci per offese e disobbedienza alle autorità e ai regolamenti della confraternita, per intervento a bevute estranee all'associazione, per ricorso all'autorità civile, anziché a quelle dell'associazione, in caso di contrasti con qualche socio. Gli Iobacchi avevano inoltre obbligo di convitare i consoci in caso di determinate feste e cerimonie di famiglia o personali. Se moriva uno Iobacco, l'associazione gli decretava una corona del valore di non più di 5 dracme e i partecipanti alla cerimonia del seppellimento ricevevano ciascuno un boccale di vino.